Pedopornografia: madre offriva la figlia minorenne sui social

Incitava uomini a collegarsi ai social, tramite i quali offriva le nudità e le prestazioni erotiche della figlia quindicenne, complice pure il fidanzatino coetaneo della ragazzina.

Questo lo squallido e preoccupante scenario scoperto dall’associazione La Caramella Buona Onlus che, avvertita subito la Polizia Postale competente, è riuscita a fermare, con la Iena Veronica Ruggeri di Italia 1, una madre che gestiva l’incredibile traffico in cambio di bonifici sulla PostePay .

I collegamenti ai vari social avvenivano ogni giorno, per parecchie ore, in Piemonte ed in Emilia Romagna, dall’abitazione della famiglia e dall’esterno, negli spostamenti in auto, con la complicità del fidanzato della ragazzina, il quale faceva da spalla alla madre della stessa affinché i collegamenti in diretta web aumentassero di numero, minuto dopo minuto, incrementando così il pubblico di pervertiti disposti a pagare per andare oltre, spostandosi su chat private. La madre mostrava anche se stessa, coinvolgendo i minorenni nelle orribili performance sessuali, con l’aggravante che in casa abitava pure un’altra figlia, undicenne, che assisteva agli adescamenti on line. La Caramella Buona ha raccolto le prove video e Le Iene sono riuscite a rintracciare, in un bar, la madre, che si è subito giustificata con problemi economici. La ragazzina, sorpresa, pare invece che non si rendesse conto neanche del pericolo della diffusione delle sue immagini nel web : “Come avete fatto a trovarmi?” è stata infatti la sua reazione incontrando la Iena Veronica Ruggeri.

“Non esistono giustificazioni per questa madre”, afferma Roberto Mirabile, presidente della Caramella Buona. “Se proprio voleva vendere qualcosa a uomini pervertiti, da condannare, almeno avesse venduto se stessa, senza coinvolgere la figlia minorenne le cui immagini ora circolano nel mondo senza regole del web, con danni impensabili”.

“Vogliamo ricordare alle adolescenti – consiglia Roberto Mirabile – che sono le prime vittime, spesso inconsapevoli, dei ricatti a sfondo sessuale, quali il revenge porn : veri e propri reati, puniti dalla legge, che vedono casi estremi di ragazzine suicidarsi, ma anche donne adulte, ricattate da ex incapaci di accettare l’abbandono”.